1984 (Lug.)
Venduto inizialmente per ¥137,000
A tre anni dal lancio della prima drum machine digitale di Linn (l'LM-1 Drum Computer), Yamaha entra nel mercato all'inizio del 1984 con una coppia di dispositivi molto avanzati per l'epoca. Le Yamaha RX11 e RX15 sfoggiano suoni PCM a 12 bit e implementazione MIDI standard per molto meno di 1000 dollari.
La costruzione e l'interfaccia si rifanno alla linea DX, con un telaio in plastica nera lucida, display a cristalli liquidi non retroilluminato ma, soprattutto, pulsanti invece di interruttori a membrana. Con soli 3 kg, l'unità è molto leggera rispetto ad altre macchine dell'epoca costruite in legno e metallo.
L'RX11 contiene 29 suoni interni memorizzati in 6 ROM da 256 Kbit ciascuna. In generale, i campioni cercano di essere il più naturali possibile: i tom con panning sono fantastici, il basso e il rullante sono caldi e il campanaccio è esattamente quello che ci si potrebbe aspettare dall'era Linn/Drumulator/707. I clap sono invece molto deboli rispetto al caratteristico suono LinnDrum.
Sul retro si trovano jack individuali per ogni strumento, insieme a mix stereo e uscita per cuffie. Inoltre, volume e immagine stereo di ogni uscita possono essere impostati tramite software.
La memoria contiene 100 pattern, 10 canzoni, con circa 2000 “eventi” in totale. Viene fornita una porta per cassette per scaricare e recuperare l'intera memoria, insieme a uno slot per cartucce che può essere utilizzato con le cartridge RAM Yamaha (della prima serie, come quelle usate sul DX7) per memorizzare pattern e brani in un modo più conveniente.
I segnali delle note possono essere inviati e ricevuti tramite MIDI consentendo a qualsiasi dispositivo esterno di controllare l'intero set di 29 suoni contemporaneamente, anche se dati specifici sulle singole voci possono essere programmate solo tramite l'RX11. La drum machine può anche essere sincronizzata con un clock analogico esterno utilizzando la presa Tape IN.
