1983 (Mag.)
Venduto inizialmente per ¥230,000
Il DX7 è senza dubbio una pietra miliare nella storia dei sintetizzatori. Dopo aver ottenuto un grande successo nel corso degli anni, ha ora uno status di culto tra musicisti e gli appassionati, ma dobbiamo ricordare che nel 1983 non era uno strumento totalmente rivoluzionario, piuttosto un mix del meglio delle ultime tecnologie già disponibili.
La sintesi a modulazione di frequenza era in fase di sviluppo dalla fine degli anni '70 alla Yamaha, con la linea GS già dotata di funzionalità FM digitali. Fantastico e promettente, ma doveva essere programmato usando un computer esterno, estremamente pesante, ingombrante e costoso. Roland stava già producendo sintetizzatori polifonici economici per il pubblico: ad esempio il Juno 6 veniva venduto per molto meno del 1000$ nel 1982. Niente di particolarmente innovativo neanche per quanto riguarda l'interfaccia: il Rhodes Chroma del 1981 adottava già interruttori a membrana e cursori, e molti sintetizzatori avevano già pannelli di comando a filo con la tastiera. Inoltre, il Chroma mostra una disposizione molto simile del pannello superiore, con cursori di immissione dati a sinistra e due file di interruttori preimpostati / funzione a destra.
La convergenza di tutte queste singole istanze d'avanguardia ha portato però con successo a un sintetizzatore che ha ricevuto molti elogi per le sue capacità sonore. Il suo motore richiedeva tuttavia un atteggiamento diverso per essere programmato, cosa che fin dal 1983 ha spaventato molti musicisti abituati al classico schema oscillatori + filtri, anche se può essere facilmente appreso.
Il generatore di suoni FM del DX7 ha 6 operatori, 32 algoritmi, EG per pitch e modifica dei volumi degli operatori a seconda della posizione della nota premuta. La modulazione può essere ottenuta tramite interruttori a pedale, breath controller e aftertouch della tastiera. Le voci non possono essere sovrapposte e viene fornita un'implementazione MIDI di base, anche se molte espansioni successive aggiungeranno queste funzionalità.
L'archiviazione di patch aggiuntive si basa sulle cartucce RAM di tipo 1. Tante cartridge con preset sono state inoltre prodotte da terze parti, in quanto le capacità del generatore a modulazione di frequenza sono molto più ampie della limitata selezione di preset di fabbrica. Era anche possibile acquistare un kit di accessori opzionale (Yamaha ADX10), contenente un pedale del volume, un pedale sustain, due cassette vuote e un cavo da 1/4".
Inutile dire che il DX7 è stato un grande successo.
Caratteristiche
- Generatore di tono digitale FM programmabile a 32 algoritmi e 6 operatori.
- Envelope generator a 8 parametri indipendente per ogni operatore.
- Memoria RAM interna da 32 voci.
- Slot per cartucce ROM contenenti 64 voci o cartucce RAM con 32 voci programmabili dall'utente.
- Memoria di funzioni programmabile per effetti da performance in tempo reale.
- Tastiera da 61 tasti sensibile a velocità e aftertouch.
- Uscita polifonica a 16 note.
- Input per interruttore a pedale, interruttore a pedale per portamento, pedale di volume e modulazione e breath controller.
- Terminali MIDI IN, OUT e THRU.
Nota: la più famosa delle "black boxes" in realtà non è nera. Yamaha conferma che al DX7 è stato dato un colore "cioccolato fondente" per coerenza con lo schema colore degli home computer YIS.